martedì 30 aprile 2013

Tata - Tan Tan Plage

Tata - Tan Tan Plage 440 km circa




Questo forse è il post più difficile che abbia fatto fin o ad ora, per ben due motivi:

1) Non ho completato il diario che di solito compilavo giorno per giorno, da qui non ho traccia precisa del mio viaggio se non le tracce gps e le foto

2) Descriverei questo come "IL PIRLA DAY" per un banale ma grosso errore di valutazione dei tempi...

Dopo esserci svegliati tardi nella bettola da 4 € a notte, Luca ed io facciamo colazione in paese e ci mettiamo a progettare la prossima giornata. Convintissimi che il mese di aprile avesse 31 giorni (anziché 30) Vogliamo andare a Tan Tan per potere fare la mattina successiva la famosa "Plage Blanche", percorribile solo a mezzogiorno per via della marea per poi arrivare fino a Sidi Ifni e i suoi famosi archi naturali sulla spiaggia e poi dirigerci a Nord verso il traghetto di ritorno.

Facciamo tutto asfalto (un po noioso, dopo le giornate passate) e fra un controllo e l'altro della polizia (sul nostro stesso percorso c'erano i mezzi del Raid de l'Amitié e qualche volta venivamo controllati credendo fossimo due partecipanti).









Picture by Luca Pelizzari




Picture by Luca Pelizzari

Dopo essere arrivati a Tan Tan, affrontiamo una rotonda sulla quale erano presenti 2 segnali di Stop.

Luca rallenta fino a quasi fermarsi, io faccio lo stesso, senza appoggiare il piede a terra.



Poco oltre veniamo fermati ad un posto di blocco e il poliziotto (militare?) ci dice che abbiamo saltato lo stop e che dobbiamo pagare una multa di 700 Dirham (questo episodio mi fa venire in mente diversi racconti di viaggio che ho già letto su altri forum nei quali è successa la stessa cosa).
Spiegando al poliziotto che non avevamo mai visto segnali di Stop in rotonda e che ci eravamo comunque quasi fermati completamente, riesco a contrattare una sola multa da dividere in due.
Mi dice che accetta il pagamento in Euro e la cosa mi puzza pure un po'....



Picture by Luca Pelizzari


Paghiamo e "leggermente" incavolati ma con la coda tra le gambe andiamo a cercare da dormire e dopo un breve giretto a piedi per il mercato del paese, una cena a base di pesce nel ristorante dell'hotel, ci rendiamo conto dell'errore di valutazione del tempo a nostra disposizione e capiamo che dopo avere fatto tutta quella strada inutilmente, dopo avere preso una multa e perso una giornata di tempo per arrivare così a sud non riusciremo nè a fare la plage blanche nè a vedere gli archi sulla spiaggia di Sidi Ifni. Anzi, ci dovremmo dare pure una mossa a partire domani mattina presto e fare una mega schilometrata.


Fanculo, che pirla









lunedì 29 aprile 2013

Zagora - Tata

Zagora - Tata 420 km






Dopo un'abbondante colazione e avere salutato Paulo e Mario (loro volevano fare asfalto lungo la n12 ed inoltre Mario doveva cambiare l'olio al suo DRZ), Luca ed io andiamo a sud a M'Hamid El Ghizlane da dove parte la pista che passa vicina al confine con l'Algeria.

Picture by Luca Pelizzari









Facciamo benzina dal solito "benzinaio" con le taniche e, visto che eravamo carichi di bagagli e soprattutto SENZA una traccia gps affidabile, trattiamo anche sul prezzo di un 4x4 che ci potesse portare i bagagli fino al grosso lago prosciugato prima di Fooum-Zguid.

Partiamo e facciamo subito qualche chilometro con il sabbione, dobbiamo dire qualche volta al tizio con il 4x4 che si deve dare una mossa oppure con le moto a basse velocità ci piantiamo continuamente, inoltre abbiamo problemi di surriscaldamento a quelle velocità. (una volta sono caduto appunto per la scarsa velocità...).


Facciamo una breve sosta all' oasis sacrèe (tantissimi se la ricordano perchè c'è un vecchio Land Rover abbandonato e cannibalizzato di ogni sua parte li nei pressi).










Picture by Luca Pelizzari



Picture by Luca Pelizzari





Proseguiamo ed arriviamo al bivio che ci avrebbe permesso di andare a visitare anche L'Erg Chigaga. Luca è titubante all'idea a dice che ci mettiamo troppo tempo, che ci perdiamo ecc.. ecc..

A me piacerebbe molto andare all'Erg e giocare ancora un pò con la sabbia ma alla fine con un discreto giramento di palle mi adeguo e tutti assieme ci dirigiamo direttamente al lago Iriqui (Le dune dell'Erg le vedremo solo da lontano).





Picture by Luca Pelizzari


Quando arriviamo immediatamente i miei giramenti di palle svaniscono davanti alla visione del gigantesco lago prosciugato.... Ci fermiamo, riprendiamo i bagagli e salutiamo il tizio del Land Rover che ci accompagnava ed io non resisto alla tentazione di lanciarmi ai 160 all'ora su quell'enorme distesa di polvere compatta, ogni tanto passo in mezzo ad una di quelle piccole trombe d'aria che si formano qui a la, incontro un gruppo di dromedari che vagano liberi e ci faccio un paio di giri attorno (sempre con la moto di traverso, ovviamente).





Picture by Luca Pelizzari



















Picture by Luca Pelizzari







Godo come un matto ed il lago è talmente vasto e piatto che mi pare di percepire addirittura la curvatura terrestre (!).


Una volta passato il lago Iriqui riesco ad orientarmi bene e trovo in fretta la pista che porta a Foum-Zguid, dove sapevamo che si sarebbero diretti Mario e Paulo. Sfortunatamente la pista è disseminata di rocce e sassi fetentissimi, facciamo una gran fatica ma arriviamo comunque (con le mani e le braccia doloranti) al piccolo paese.

Telefoniamo ai portoghesi ma ci dicono che hanno proseguito oltre, puntando le moto di nuovo verso nord (e quindi verso il traghetto).



Decidiamo di usare il massimo del tempo che ci è rimasto della giornata ed in serata arriviamo a Tata, dove rimediamo da dormire in una bettolaccia da 4€ a notte dove mi godo il sonno nel sacco a pelo, mentre Luca dorme vestito...


domenica 28 aprile 2013

Merzouga - Zagora

Merzouga - Zagora 240 km





Dopo avere fatto un gran casino con la sveglia e avere svegliato tutti quanti un'ora prima del dovuto (il telefono ha cambiato autonomamente l'ora in base al fuso orario impostato e quindi ha suonato la sveglia un'ora prima, secondo me mi sono preso un casino di nomi...), facciamo colazione, i bagagli e poi carichiamo tutto assieme a parecchie bottiglie d'acqua sul 4x4 che ci aspettava fuori (un Toyota Land Cruiser).








Proseguiamo verso sud e dopo una breve pausa per sgonfiare (di nuovo) le gomme e dopo poco Taouz i veloci pistoni raggiungono l'oued Ziz e diventano sentieri a tratti sabbiosi, a tratti del temuto Fech-fech...

Procediamo a fatica, io fortunatamente riesco a non cadere o a piantarmi mai, credo che sia per l'esperienza di ieri sull' Erg-Chebbi.
Luca cade un paio di volte e Paulo si pianta con il suo GS 800. Mario non ha problemi di sorta con il suo DRZ.....

Picture by Mario




Dopo l'esperienza del fech-fech dell'oued siamo tutti stanchi e assetati, il tizio del land cruiser ci offre dei datteri Paulo mi regala un arancio (non c'è cosa più buona in mezzo al deserto!) e già che ci sono riempio il camel-back che avevo finito.

Poco dopo ripartiamo e passiamo dal villaggio di Hi el Remlia, dove sapevamo esserci un posto dove comprare benzina (di contrabbando) ma il nostro accompagnatore con il 4x4 ci dice a Tafrout c'era un altro "benzinaio", perciò decidiamo di proseguire e dopo un tratto di sabbia molto fine dell'Oued Rheris dove ci piantiamo tutti, anche Mario con il DRZ, arriviamo finalmente all'Hammada (deserto duro, roccioso) e alla pista che ci condurrà a Tombuctou.








Picture by Luca Pelizzari








Picture by Luca Pelizzari














Io metterò dieci litri di benzina e dopo avere regalato qualche penna ai bimbi del posto e dopo essere ripartiti ci ritroviamo a viaggiare sopra ad un grosso lago prosciugato per una decina di chilometri. Ci distanziamo tutti quanti di parecchie centinaia di metri e sembra quasi una danza. Sarà tutto così per molti chilometri, anche se il lago prosciugato era finito, le mille piste che si intrecciavano permettevano di starsene belli lontani gli uni dagli altri, un vero lungo godimento! (da notare anche il formarsi continuo  di piccole trombe d'aria in lontananza)



















Picture by Luca Pelizzari


Picture by Luca Pelizzari



La pista (se tale può definirsi) poi incrocia la N12 e diventa una specie di autostrada ma senza asfalto, tutto ghiaione, fino a quando arriva a Zagora.



Picture by Luca Pelizzari


Troviamo subito un bellissimo hotel con tanto di piscina con davanti un il parcheggio guardato a vista (poi daremo una mancia al custode) con tanto di cartello storico che indicava alle carovane l'inizio del percorso destinato a Tomboctou.































Dopo un breve giretto in città ed una cena tipica berbera con gli altri pianifichiamo la giornata di domani e andiamo a letto sconvolti dalla fatica ma decisamente contenti!!