lunedì 9 luglio 2012

Arnes - Geysir


Arnes - Geysir





Mi sveglio presto, mentre faccio i bagagli saluto John che rimarrà in attesa dell'intervento di assistenza BMW che gli cambierà poi batteria e regolatore di tensione.

Piove, mi metto la tuta e nel giro di 15 minuti sono di nuovo in sella sulla strada 30, per intercettare la ring road con destinazione SUD!

Vado veloce e presto mi vedo sulla sinistra la cascata di SELJALANDFOSS, che viene giù dal ghiacciaio EYJAFJALLAJOKULL (Lo so, è inpronunciabile), quello che sta sopra al vulcano (con lo stesso nome) che nel 2010 è saltato in aria bloccando i voli aerei di mezza Europa.












Continuo verso sud e vado a vedere la grossa cascata di SKOGAFOSS con dietro un grosso ghiacciaio (quest'ultimo non si vedeva per la nebbia).
Visto che sono arrivato li piuttosto presto ho la fortuna di riuscire ad evitare di avere attorno i classici gruppi di turisti che si muovono a sciami uscendo dai loro pullman. Riescono solo ad incrociarmi quando me ne sto per andare e nel parcheggio una di loro, dopo avere letto la targa mi chiede se davvero mi ero fatto tutti quei chilometri per venire fino a li. (che domande...)















Proseguo ancora verso sud ed arrivo a questo:




Leggo sulla cartina, dice Dyrhólaey, ci salgo sopra e mi si apre in modo inaspettato la vasta e spettacolare vista di una sorta di gigantesca laguna, separata dal mare solo da una sottile striscia di sabbia nera...!







Arrivo a piedi fino al faro sopra alle scogliere (115 metri...!) e vedo un bellissimo arco di roccia lavica, il tutto pieno di pulcinelle di mare, gabbiani e altri uccelli.
















A ovest invece si vede questa "piccolissima spiaggetta" ...





Arrivano i turisti francesi con un autobus, non resisto molto e mi fiondo in moto più giù, sulla scogliera proprio sopra alla striscia di sabbia nera....

Vedo delle impronte di pneumatici e sono tentatissimo dall'andare li in mezzo, prima però mi informo (e faccio bene) da un ranger e mi dice che non si può. Fa lo stesso, quel posto mi sta già dando così tanto...










Faccio qualche foto alle pulcinelle di mare e mi avvio dall'altra parte, dove si vedono le colonne di lava nera, arrivo la e in riva alla spiaggia vedo queste bellissime formazioni basaltiche esagonali che si piegano (sembrano di gomma, penso io) sino a formare una piccola grotta in riva alla spiaggia...



















Mi gusto il posto quanto basta e dopo essermi rimesso la tuta antipioggia, faccio benzina li vicino e, ritorno indietro verso nord.

Mi fermo ad Hella e il tempo è molto migliorato, le nuvole sono state spazzate via dal vento e c'è di nuovo il sole.




Già, il vento... non mi era mai capitato di guidare in condizioni simili, era forte, improvviso ed incostante, un metro veniva da una parte ed il metro dopo ti spingeva via dall'altra, è stato un sacco fastidioso perché nel casco sentivo un casino boia e mi scoppiavano i timpani ed inoltre dovevo guidare a non più di 70 km/h per viaggiare in sicurezza, mi sembrava di essere tornato cinno quando in motorino mi superavano i tir...

Finalmente raggiungo la riserva naturale di THINGVELLIR e il vento mi da tregua... nel centro di informazioni turistiche reincontro Fabrizio e Francesca (marito e moglie romani che ho incontrato sulla nave, ci siamo separati il 2° giorno). Facciamo una breve chiacchierata e poi vado a fare un giro per la riserva;




Quel luogo fuori dal mondo, altro non è che una la lunga frattura (25km) della crosta terrestre generata dal punto di incontro fra le placche tettoniche che formano i continenti europeo ed americano. Che posto assurdo, leggo da qualche parte che continua ad allargarsi al ritmo di 2 centimetri l'anno, in mezzo (ovviamente, siamo in Islanda!) c'è persino una cascata che forma un fiume che si congiunge assieme ad altri in mezzo alla vallata che poi diventa a sua volta un lago. Proprio li, in un luogo simbolico come quello fu riunito dalle tribù vichinghe il primo parlamento al mondo (!!).
















Rimango perso nel tempo per un'oretta buona e mi godo il tiepido sole dopo la sfreddata di stamattina e poi riparto verso nord, sulla F52.

Il vento ricomincia a fare lo stronzo e questo rende particolarmente difficile la guida sul ghiaione smosso, oltre a sollevare vere e proprie nuvole gialle di sabbia.










Imbocco poi la F338 (credo che si trattasse di una strada fatta per fare manutenzione ai piloni dell'alta tensione) e li si ritorna a fare più sul serio, all'inizio era tutto molto roccioso ed avevo una paura fottuta di fare scoppiare la ruota davanti (bendette camere rinforzate), poi il fondo mi da tregua e riposandomi di tanto in tanto riesco a fare qualche foto a questi paesaggi magnifici...











Proseguo fiducioso quando ad un certo punto vedo come una specie di nuvola bassa, solamente molto più grigia del normale. (sotto si vede) Continuo e noto che il terreno si fa sempre più sabbioso, poco dopo sono in una tempesta di sabbia!!!




So che devo tenere aperto il gas il più possibile per poterci galleggiare sopra ma complici la mia inesperienza,la visibilità MOLTO scarsa, la strada a curve cieche, la sabbia finissima, le gomme non adatte (le scorpion di serie), la moto stracarica di bagagli ho rallentato e sono finito a terra un paio di volte... Niente di che ma tirare su un susanello del genere è stato impegnativo....

Per fortuna la tempesta di sabbia è durata solo un paio di chilometri, alla fine dei quali le condizioni del fondo sono tornate pietrose e ho incontrato un gruppo di ragazzi della Touratech.se che erano venuti li a fare un servizio fotografico con 2 gs800 (brutto lavoro eh!).

Scambiamo un paio di chiacchiere e dopo partiamo alla volta della cascata di GULLFOSS!
 arriviamo nel piazzale dove incontro (casualmente) John e poi vado a vedere le
cascate.

Sono magnifiche, sono praticamente 2 cascate che si alternano una più grossa dell'altra!





















Mi piazzo con la tenda a GEYSIR, proprio di fianco ai soffioni di acqua bollente (li sentirò poi per tutta la notte...) e andiamo a cercare qualcosa da mangiare.

Data la tarda ora (ben le 21:00) la cucina dell'unico ristorante era chiusa e quindi siamo ricorsi al salame salvavita. Poi tutti a dormire.

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