martedì 17 luglio 2012

Reykjahlid - Askja - Reykjahlid

Reykjahlid - Askja - Reykjahlid




La sveglia suona alle sette, faccio fatica ad alzarmi ma sono parecchio carico perchè oggi affronterò l'Askja!

Faccio colazione, saluto John (che non se la sente e decide di rimanere alla fattoria) ed una volta fatto il pieno imbocco la Ring road e poi la F 901 (da li in poi saranno tutte piste)

Più avanti vedo un piccolo gruppo di case con il tetto in erba, mi fermo incuriosito a guardare e mi accorgo che su due di queste c'è scritto BENSIN-DIESEL.






Ero nel benzinaio più improbabile che avessi mai visto!

Proseguo con Eddie Wedder nelle orecchie e dopo poco i panorami si aprono e mi concedono questo:





























Imbocco la F906 ed arrivo a Brù per fare benzina (ci metto un pò a trovare il benzinaio, che in realtà era una casa di un contadino con due grosse cisterne bianche appoggiate nel piazzale), poi finalmente arrivo sulla pista 910, che mi porterà attraverso il deserto fino alla caldera del vulcano Askja.

La strada è facile e gustosa, faccio tre guadi di cui uno solo profondo ma il fondo compatto e la poca corrente (uno dei motivi per i quali sono partito presto la mattina) lo rendono facilmente passabile.





Vedo nella vallata successiva un gruppo di nuvole che scaricano acqua,  mi metto l'antipioggia e proseguo passandoci in mezzo e gustandomi i panorami e i colori che spesso cambiano dal nero al bianco al giallo.























Incontro un cancello sopra ad un ponte che delimita l'area del parco naturale e passo. Da li in poi la strada diventerà uno slalom fra grossi blocchi di lava nera, il fondo sarà tutto di sabbia morbida con rocce qua e la e solchi di 4x4 passati di recente.




























Proseguo a fatica, faccio qualche numero da circo ma riesco a rimanere in sella  senza cadute, mi stanco molto e sono costretto a fare diverse pause ma dopo circa 4 ore e con le braccia doloranti arrivo al campeggio alla base del vulcano.

Mi fermo a mangiare qualche cosa al riparo dalla pioggia e poco dopo faccio gli ultimi chilometri che entrano nella caldera vera e propria (ed in mezzo ad una colata di lava recente) fino ad un parcheggio dal quale partono diversi sentieri per i laghi Viti e Oskjuvatn.
















Mi assaporo la camminata di 2,5 km cercando di non badare al dolore del mio ginocchio e tra una foto e l'altra arrivo alla sommità e rimango sbalordito dalla grandezza e la particolarità di tutto quanto.































I due laghi sono molto vicini tra loro ed hanno origini diverse: il più grande si è formato con piogge e lo  scioglimento dei ghiacciai li vicino mentre invece il più piccolo ha acqua di origine geotermale (lo si capisce dal colore) e ci sono persone che fanno il bagno nelle sue acque fumanti.























Dopo qualche foto torno al parcheggio e una volta tornato in sella mi accorgo che qualche turista mi scatta un paio di foto dalle loro comode superjeep (come avessero visto un alieno o come fossi anche io parte delle attrazioni da fotografare) e giunto al punto informazioni del campeggio cerco di capire qual'è la via migliore per tornare indietro. Mi viene detto che la F88 ha grossi guadi e che forse è troppo tardi per farli (quindi le acque sono più alte e la corrente è più forte) ed il proseguo della 910 è decisamente molto sabbioso.

Decido quindi di ritornare sui miei passi e rifare circa la stessa strada. Torno indietro sulla 910 e seguo le indicazioni per la f901 (che poi scoprirò portarmi al distributore di benzina con i tetti in erba visto questa mattina).

Comincia a piovere, la sabbia si compatta un poco con l'acqua ma sotto rimane asciutta. Faccio un paio di cadute, per fortuna senza danni e proseguo (con le mani e le braccia che mi fanno ancora male) in mezzo alla pioggia.

Esco dal temporale che ormai sono fuori dall'area del parco naturale del vulcano e mi trovo in un'ampia valle fra due catene montuose completamente spoglie di vegetazione, desertiche (mi sento piccolo e solo).














Una volta fatte un paio di foto e ripresa la "cavalcata"succede questo:








Ho colpito una roccia che proprio non ho visto in mezzo alla pista ai 90 km/h. Non so come ma rimango in sella e grazie alle camere d'aria rinforzate (le michelin da 4mm.) non esplode niente, solo si piega la lama del cerchio e si taglia il fianco della gomma.


Piano piano procedo fino al distributore sperando che la ruota anteriore regga. Arrivo, controllo la pressione ed è ok, la gomme tiene. Hanno finito la benzina ma mi dicono che in un'ora ne porteranno dell'altra ma io decido di versare nei miei serbatoi il contenuto della tanica da 10 lt. che mi sono portato dietro perchè  sono stanco e ho voglia di tornare in fattoria a riposare.

Detto fatto, con ancora la paura per la gomma davanti ripercorro gli ultimi 80 km che mi separano dalla fattoria.

Doccia, cena e qualche birra in compagnia di John e poi a letto a godere il meritato riposo...

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