Dopo un caffe offertomi da John nella sua tenda, torniamo in centro e poco dopo devo già andare dal gommista dove mi smonto la mia ruota e già che ci sono do una pulita e ingrassata al forcellone e mi faccio dare anche una vite che avevo perso (e un pò di frenafiletti) dalla semicarena destra.
Arriva presto l'ora di pranzo e dopo avere mangiato e avere levato le tende ci dirigiamo verso il lago Myvatn.
Il tempo non è il massimo: fa freddo, il cielo è coperto e sembra dovere piovere da un momento all'altro, ci stanchiamo in fretta in queste condizioni. Dopo una cinquantina di chilometri di scorrevole ring road, sulla mia destra vedo come un soffione d'acqua e immediatamente vengo colto dall'idea che ci fosse una cascata;
No, non mi sbagliavo, eravamo arrivati a Godafoss (cascata degli dei) senza saperlo!
Avevo già letto di questa cascata ma mi chiedevo dove fosse, alla fine ci siamo arrivati quasi per caso.
Ci fermiamo e prendiamo una bella pausa durante la quale facciamo due passi armati di macchine fotografiche.
Picture from Mr. John D. |
Picture from Mr. John D. |
Picture from Mr. John D. |
Proseguiamo sulla ring road mentre ormai si è fatto tardi, quando arriviamo in zona del lago Myvatn noto la presenza di tantissimi piccoli coni vulcanici sparsi ovunque, spuntano anche all'interno del lavo stesso.
Ci fermiamo a manciare qualche cosa presso una guest house, per me sarebbe già ottimo come posto dove dormire ma John vuole andare piu a nord, perciò proseguiamo fino alla cittadina di Skútustaðir, dove cerchiamo (in vano) un posto economico.
I prezzi si aggirano sui 150 € a notte ma fanno gioco forza del fatto che tutto è pieno di turisti e non ci sono posti liberi da nessuna parte...
Alla fine dormiamo in una sorta di guest-house/ostello, il giorno dopo si sarebbe liberato un posto in una fattoria li vicino....
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